Negramaro

Negroamaro, anima salentina
Già coltivato all’epoca della colonizzazione greca del VII secolo a.C., il Negroamaro è tra i vitigni più antichi d’Italia, diffuso quasi esclusivamente in Puglia e soprattutto nel Salento. Secondo la spiegazione più accreditata, il suo nome significherebbe nero-nero, perché derivato dalla fusione della parola latina niger e di quella greca mavros, che significano entrambe “nero”, con chiaro riferimento al colore scuro delle sue bacche.

È un vino ottimo a tutto pasto dal colore rubino che con gli anni si trasforma in granato, mentre il gusto, leggermente amarognolo, è pieno, asciutto e rotondo, con note che richiamano gli intensi profumi salentini. È un’uva versatile, molto utilizzata anche per la vinificazione in rosato: il primo vino rosato imbottigliato in Italia, nel 1943, è stato ottenuto proprio dalle uve di Negroamaro.

Per il suo sapore inimitabile è apprezzato sia in Italia che all’estero e, secondo una ricerca effettuata da Vinitaly, il Negroamaro è al terzo posto nella classifica dei vini a maggior tasso di crescita delle vendite nell’ambito della grande distribuzione.

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